Cosa si nasconde dietro i termini minerale ed oligominerale?
Quale è la differenza e come si distingue in quale tra le due definizioni ricade un’acqua in bottiglia?
Cosa significa minerale
Cominciamo col dire che il termine minerale specifica che l’acqua al suo interno contiene una certa percentuale di sostanze cristalline inorganiche. Si tratta di elementi quali sodio, nitrati, nitriti, manganese, ed altri ancora. Sono tutte le sostanze che estrapolate dall’acqua compongono il residuo fisso.
Il residuo fisso
Il residuo fisso è il parametro che viene utilizzato per classificare tra loro le acque minerali. E’ un riferimento, quasi sempre espresso in mg/L, che indica la sostanza solida secca che rimane dopo aver fatto evaporare una stabilita quantità di acqua (per le acque in bottiglia ci si riferisce sempre ad 1 litro).
Minerale o oligominerale?
E’ tramite il residuo fisso che vengono distinte le acque.
Nella fattispecie, per quanto concerne la differenza tra acqua minerale ed acqua oligominerale, i valori di distinzione, secondo la legislazione italiana, sono i seguenti:
acque oligominerali: 50 mg/L < residuo fisso < 500 mg/L
acque ricche di sali minerali: residuo fisso > 1500 mg/L
A livello legislativo non esiste una definizione per le acque con residuo fisso compreso tra 500 e 1500 mg/L, ma si può assumere che è quello il range in cui ricadono le acque normalmente minerali.
In parole povere le acque oligominerali contengono una minor quantità di residuo fisso e sono indicate all’alimentazione di persone che hanno necessità di assumere pochi sali (come, ad esempio, chi soffre di calcoli renali).
Tutte le acque sono minerali!
Non è quindi scorretto affermare che tutte le acque potabili sono minerali, siano esse in bottiglia o di rubinetto, perché contengono sempre percentuali variabili di quei sali inorganici che compongono il residuo fisso.